Riparazione del tendine del bicipite: l’esperienza del chirurgo fa la differenza

Riparazione del tendine del bicipite: l’esperienza del chirurgo fa la differenza

È una lesione rara che accade di frequente in uomini di mezza età in seguito ad attività fisiche che comportano un caricamento dell’avambraccio come per esempio con la mountain bike nei terreni accidentati. Si tratta della lesione tendine distale del bicipite brachiale ovvero della lesione del tendine che ancora il bicipite al gomito. Quando il tendine subisce un trauma così importante, il muscolo si ritrae verso l’alto: forma e mobilità del braccio vengono compromesse.
A cura di Giovanni Cacia

NESSUNA TECNICA È MIGLIORE DELL’ALTRA
Tutti gli ortopedici sembrano essere d’accordo: la chirurgia permette di ottenere ottimi risultati mentre il trattamento conservativo comporta una notevole perdita di forza nei movimenti di flessione e di supinazione del gomito. Per questo motivo, il trattamento di riparazione del tendine del bicipite avviene per via chirurgica secondo due tecniche differenti a singola o doppia incisione. Secondo Jay D. Keener, specialista del dipartimento di chirurgia ortopedica della Washington University a Saint Louis, autore della revisione critica sui metodi di ricostruzione pubblicata nel 2011 dal Journal of Shoulder and Elbow Surgery, non c’è una tecnica migliore dell’altra.

COMPLICANZE, EVITALE SCEGLIENDO IL CHIRURGO PIÙ ESPERTO
Le complicazioni che possono associarsi a questa chirurgia rappresentano un capitolo importante della pubblicazione dell’ortopedico americano: formazione di osso in aree non usuali come per esempio nei tessuti molli (osso etero topico) che può comportare la perdita del movimento di rotazione di gomito e avambraccio (sinostosi radioulnare prossimale), paralisi ai nervi (generalmente transitorie), nuova rottura del tendine, persistente debolezza e complicazioni legate alla ferita. Di queste, le due evenienze più comuni sono:
1. la formazione di osso eterotopico
2. la perdita di sensibilità dovuta alla paralisi dei nervi.
Secondo l’autore della revisione, la prima è piuttosto comune in entrambi gli approcci chirurgici anche se evidenzia un rischio maggiore nella tecnica a due incisioni con fissazione e sutura transossea. Per contro, il rischio di lesioni nervose, che fortunatamente hanno un carattere generalmente transitorio, appare superiore nelle tecniche a incisione singola: ma anche in questo caso, la differenza tra le due tecniche si riduce e tende ad annullarsi negli studi più recenti.

Ancora una volta, il messaggio è chiaro: esperienza e preferenze del chirurgo sembrano essere i principali fattori di successo dell’intervento.

Fonti Controversies in the surgical, 2011 marzo 20

© Orthopedika Journal

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