Pubalgia del corridore, cause e rimedi

Pubalgia del corridore, cause e rimedi

La pubalgia del corridore è nota per affliggere calciatori professionisti e atleti della corsa, ma anche del tennis, scherma, atletica ed equitazione. Nel corridore la pubalgia è molto frequente e può portare, in casi gravi, alla sospensione dell’attività sportiva da un minimo di 20-30 giorni fino a un massimo di 90.

La pubalgia è una sindrome dolorosa che interessa la regione pubica, addominale e inguinale, e si manifesta con un fastidioso dolore che interessa una o tutte queste aree. Nella maggioranza dei casi è dovuta a un’infiammazione muscolo-tendinea da sovraccarico che colpisce i punti di intersezione sull’osso pubico di numerosi muscoli: gli adduttori, i muscoli della parete addominale inferiore, il piramidale ed il pettineo.

Nel corso degli anni sono state identificate ben 72 cause di pubalgia tra cui vanno menzionate le malattie tendinee, patologie muscolari, malattie ossee o articolari, ma anche patologie infettive, tumorali e intrappolamenti nervosi, mentre ancora poco indagato è il rapporto tra i denti, la mala occlusione e la postura.

Pubalgia del corridoreNel corridore invece, una delle cause della pubalgia si riferisce alle calzature inadatte, oppure al terreno su cui si corre, altre volte può dipendere dall’allenamento troppo intenso oppure per un’insufficiente preparazione atletica o per mancanza di stretching prima della corsa.

La combinazione poi di sport come corsa e calcetto aumenta il rischio di pubalgia, poiché gli arti sono soggetti spesso a cambi di direzione repentini.


Rimedi che agiscono sulla riduzione del dolore:

  • riposo e sospensione delle attività sportive

  • terapia farmacologica su prescrizione medica + programma di rinforzo della muscolatura della parete dell’addome + fisiochinesiterapia

  • terapia strumentale (laser, ultrasuoni, mesoterapia o terapia con onde d’urto)

  • ginnastica posturale per lavorare sulla lunghezza dei vari muscoli, sul retto addominale e sulla catena dei flessori

Se il dolore non passa rivolgersi allo specialista per ulteriori indagini (per esempio: ecografia, radiografia ed eventuale risonanza magnetica).


A cura di Giovanni Cacia

© Orthopedika Journal

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