Pro e contro delle protesi d’anca cementate e non

Uno studio che giunge dall’università di Birmingham mostra che le protesi d’anca non cementate si associano a un aumento del rischio di revisioni, ma anche a una piccola, ma significativa, riduzione del rischio di decesso, rispetto alle protesi cementate. È una delle ricerche frutto della mole di dati contenuti nel registro nazionale ortopedico inglese, a cui i ricercatori hanno acceduto per analizzare la mortalità e le tempistiche degli interventi primari e secondari di sostituzione d’anca in 275.000 pazienti. Data la notevole eterogeneità dei soggetti, si è resa necessaria un’analisi multivariata che tenesse conto dei possibili fattori confondenti. Per quanto riguarda la mortalità, il risultato finale indica un rapporto di rischio (hazard ratio) di 1,11 tra i pazienti sottoposti a sostituzione d’anca con protesi cementate rispetto alle non cementate; il rischio di un intervento di revisione è stato però inferiore, con un hazard ratio di 0,53. Gli autori spiegano però che queste cifre si traducono in piccole differenze assolute. Sono state anche analizzate nello specifico le protesi di rivestimento Birmingham che, nell’analisi multivariata ristretta ai pazienti di sesso maschile, si sono associate a un tasso di mortalità più basso rispetto al complesso delle protesi non cementate e quindi, a maggior ragione, anche rispetto alle protesi cementate; anche in questo caso, tuttavia, le protesi cementate si sono mostrate migliori nel ridurre la percentuale degli interventi di revisione.

Bmj, 2012; 344:e3319

Fonte www.doctor33.it

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