Non è solo un problema delle anziane signore: le fratture legate all’osteoporosi riguardano anche chi non ha ancora raggiunto la soglia dei 65 anni e sono spesso legate alla presenza di altri disturbi come alcolismo e diabete
A cura di Cristina Ferrario
Circa 200 milioni di persone colpite in tutto i mondo, il 30% delle donne in menopausa negli Stati Uniti e in Europa. I numeri dell’osteoporosi sono a dir poco impressionanti ed è importante notare che quando si parla di osteoporosi non è corretto pensare solo alle donne di una certa età, che dopo la menopausa mostrano ossa più fragili e a rischio di frattura. I dati più recenti dimostrano infatti che anche gli uomini soffrono di questo disturbo – circa 1 su 10 secondo alcune stime – e che possono essere colpiti persino i più giovani. E anche per loro aumenta il rischio di fratture, ma le informazioni disponibili sull’argomento sono ancora molto poche. Proprio le fratture in pazienti “non anziani” sono state le protagoniste di uno studio condotto dai ricercatori brasiliani dell’Università di San Paolo pubblicato sulla rivista Rheumatol International nel 2012. Sandra G Pasoto e i suoi colleghi hanno valutato per 3 anni i ricoveri ospedalieri legati a fratture dell’anca in un ospedale universitario e hanno verificato che dei 232 casi individuati più della metà (51.7%) riguardava persone con osteoporosi. A questo punto i ricercatori hanno confrontato le fratture dei pazienti anziani rispetto a quelle dei “non-anziani”, cioè di età compresa tra i 18 e i 64 anni, alla ricerca di differenze e caratteristiche specifiche per i due gruppi. I risultati hanno messo in luce che in effetti alcune differenze esistono: per esempio, tra gli under 65 gli uomini erano la maggioranza (61.5%), mentre negli anziani il primato spettava alle donne e gli uomini rappresentavano solo il 27.1% dei casi.
DIABETE E ALCOLISMO METTONO A RISCHIO LE OSSA PIU’ GIOVANI
Ma in base allo studio brasiliano le differenze più marcate tra giovani e meno giovani riguardano soprattutto le cosiddette comorbilità associate alle fratture, cioè altre condizioni patologiche già presenti al momento della frattura. Tra i pazienti analizzati da Pasoto e colleghi, il 38.5% degli under 65 soffriva di diabete insulino-dipendente, mentre tra gli over 65 questa percentuale è risultata 10 volte inferiore e si è fermata al 3.7%. Discorso simile per l’alcolismo che nello studio riguardava il 38.5% dei giovani contro il 4.7 degli anziani, mentre le differenze tra i due gruppi per quanto riguarda ictus, insufficienza cardiaca e demenza si sono rivelate molto più ridotte.
I risultati di questo studio non sono del tutto inattesi dal momento che sono in linea con altri già pubblicati in precedenza, ma i ricercatori brasiliani hanno aggiunto ulteriori dettagli per aiutare a dimostrato come l’alcolismo e il diabete – soprattutto nella sua forma più grave con insulino-dipendenza e retinopatia – siano pericolosi per le ossa anche delle persone più giovani e aumentino il rischio di fratture. Come concludono gli autori, è di fondamentale importanza diagnosticare precocemente l’osteoporosi, valutando anche le persone più giovani che spesso non vengono considerate a rischio, ed è indispensabile predisporre strategie di prevenzione delle fratture ad hoc per le persone che soffrono di diabete mellito e alcolismo.
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