Una mano robotica per restituire i movimenti e le sensazioni di una vera mano a chi ha subito un’amputazione.
Questo è l’obiettivo del progetto di ricerca finanziato per 1,5 milioni di euro dall’European Research Council (ERC) e coordinato da Christian Cipriani, professore associato di Bioingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “La mano robotica è il pretesto per studiare le relazioni tra cervello e sistema periferico e capire come l’uomo usa le proprie mani, come il sistema senso-motorio si sviluppa e come noi manipoliamo il mondo che ci circonda – dice Christian Cipriani. – L’idea è di impiantare dei magneti nei muscoli della persona amputata e andare con questi a monitorare lo spostamento delle contrazioni. La novità è nei magneti che non richiedono di essere alimentati in alcun modo, quindi si possono inserire e poi leggere attraverso sensori. Poiché la contrazione dei muscoli è un atto volontario e più contraggo più voglio chiudere una certa articolazione, è possibile usare queste informazioni per chiudere il giunto robotico in una protesi. In futuro grazie a questi magneti sarà possibile anche restituire all’amputato informazione sulla ‘propriocezione’ cioè la percezione dello spazio, che è un tipo di informazione che passa dai muscoli, proprio dove verranno impiantati i magneti. La sperimentazione su un essere umano è prevista tra qualche anno.
A cura di Giovanni Cacia