L’importanza di guardarsi le spalle e prendere posizione

L’importanza di guardarsi le spalle e prendere posizione

Dal mal di schiena si può guarire senza interventi chirurgici grazie alle nuove terapie di gruppo. Quando però la causa del mal di schiena richiede l’intervento chirurgico la soluzione è nelle nuove tecniche mini invasive e non traumatiche.

A cura di Giovanni Cacia

Con l’invecchiamento della popolazione sono in sensibile aumento le persone che accusano disturbi alla colonna vertebrale. L’impatto sociale di queste patologie e gli effetti sulla qualità della vita sono indubbi e incidono sulle ore lavorative complessive degli italiani.
Le cause del mal di schiena sono diverse, ma i fattori meccanici come discopatie, stenosi, spondilolistesi e fratture sono tra le cause principali .

Secondo il dottor Mario Bortolato, primario del reparto di Ortopedia dell’Ospedale Civile di Chioggia, il mal di schiena è una patologia intergenerazionale, ovvero colpisce persone che svolgono qualsiasi tipo di professione e a qualunque età, sia giovani, in particolare le ernie del disco, sia gli anziani come conseguenza dell’osteoporosi. Anche in presenza di un’ernia gli specialisti consigliano di non operare prima di tre mesi dall’insorgere della sintomatologia, proprio perché l’ernia può regredire spontaneamente grazie a un processo di disidratazione.

Nella maggior parte dei casi per queste patologie viene consigliata una terapia non chirurgica, sintomatica (ndr: che cura i sintomi e non le cause) con farmaci antinfiammatori soprattutto nella fase acuta, riposo a letto, busto ortopedico e particolari esercizi per rinforzare il tono dei muscoli lombari e addominali oltre a migliorare il sostegno della colonna così da ridurre o eliminare il dolore. Tutto questo è indicato solo se il dolore deriva da contratture muscolari; l’esercizio terapeutico invece va seguito da un fisioterapista e prescritto da un fisiatra.

Una seduta di manipolazioni vertebrali oppure una terapia individuale dal fisioterapista , sono tra i rimedi più usuali. Oggi però c’è anche la riabilitazione di gruppo che sembra essere più divertente ed estremamente efficace. Secondo una ricerca condotta dalla Fondazione Don Gnocchi IRCCS di Firenze su 210 persone sui 60 anni, prevalentemente donne, emerge che il mal di schiena passa grazie anche al sostegno del gruppo. I pazienti arruolati per lo studio sono stati divisi in gruppi che hanno seguito tre metodi diversi di terapia contro il mal di schiena. Un gruppo ha seguito la terapia singola con il fisioterapista, un altro ha eseguito manipolazioni della colonna vertebrale, e un terzo gruppo ha effettuato una forma di terapia di gruppo finalizzata a ginnastica correttiva.

Le varie terapie hanno dato tutte ottimi risultati ma nei pazienti che andavano alla terapia di gruppo si è notata una migliore compliance, un miglioramento dello stato umorale e un interesse maggiore nel fare le terapie, motivazione a ripetere a casa gli esercizi e ad autogestire la sintomatologia dolorosa. Come conferma lo studio, il mal di schiena è una patologia biopsicosociale che richiede, oltre alle problematiche fisiche correlate al mal di schiena, anche quelle psicologiche. Aprire il confronto con altre persone sofferenti di mal di schiena aiuta il malato a sentirsi rinforzato e motivato dal gruppo oltre a sentirsi protagonista attivo e consapevole della terapia.

Tuttavia la terapia conservativa non è sempre quella di elezione. Quando le terapie non sortiscono effetto la chirurgia vertebrale mini invasiva e assistita dal computer, può essere una soluzione. L’indicazione all’intervento è importante: da alcuni anni infatti negli Stati Uniti come in Europa è in corso tra i chirurghi vertebrali un riesame dei risultati conseguiti con gli interventi chirurgici tradizionali perché spesso le complicanze e le recidive non giustificano l’intervento. Secondo una ricerca condotta negli Usa su 10mila pazienti, le tecniche chirurgiche mini invasive non traumatiche sono la nuova via da seguire per la cura del mal di schiena perché permettono di preservare il movimento e la funzionalità muscolare residua.

© Orthopedika Journal

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