Infortuni sugli sci: ieri, oggi…e domani

Infortuni sugli sci: ieri, oggi...e domani

Perche` fino a 10 anni fa le principali lesioni dello sciatore comprendevano caviglia, tibia e perone, mentre oggi si verificano a ginocchia e femore? Un aspetto interessante che Franz Erschbaumer, primario del reparto di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale di Bressanone oltre che esperto sciatore, ci aiuta a comprendere.
Intervista al dottor Erschbaumer

A cura di Irene Butta

LESIONI IN PISTA
“10-15 anni fa la lesione piu` frequente era lo stiramento del legamento interno del ginocchio; oggi gli sciatori si rompono piu` facilmente il legamento crociato. Per capire cosa stava succedendo, tre anni fa abbiamo messo a confronto i dati che l’Ospedale di Bressanone (ndr: uno dei più frequentati dagli sciatori infortunati durante le vacanze in Alto Adige) aveva a disposizione. Questo dato in parte è preoccupante – afferma l’esperto di Bressanone – perché la rottura del crociato è più grave. Inoltre sono aumentate anche le fratture di piatto tibiale e di femore: nel corso degli anni infatti abbiamo notato lo spostamento delle lesioni dalla caviglia al ginocchio e verso il femore”.

LE NUOVE ATTREZZATURE, UNA CAUSA POSSIBILE
“I movimenti sul campo di sci sono decisamente diversi rispetto a 20 o 30 anni fa. I moderni sci che permettono di avere una tenuta maggiore sulla neve dura e sul ghiaccio, richiedono movimenti rotatori del corpo sopra le ginocchia. Gli scarponi, oggi più alti che in passato, hanno contribuito a ridurre le fratture di tibia e perone che rimangano bloccati spostando però il movimento di rotazione verso l’alto. E questo, intuitivamente, comporterebbe un rischio maggiore di lesione di ginocchio e femore – spiega Erschbaumer.

A RISCHIO GLI SCIATORI OCCASIONALI
“Raramente un maestro di sci si rompe il crociato perché scia quotidianamente, conosce la zona e le piste, ha maggiore familiarità con le attrezzature più moderne, in inverno passa anche 6 – 7 ore tutti i giorni sugli sci, probabilmente avrà una tecnica di sci perfetta e, in conclusione, si muove meglio sulla neve. Questo tuttavia non significa che una soluzione per evitare gli infortuni sia andare a sciare sempre negli stessi luoghi e con le stesse attrezzature di 10 anni fa – continua l’ortopedico esperto di sci. – Significa invece che e` importante tenere il passo con i cambiamenti, informarsi, frequentare regolarmente le piste da sci. Il consiglio per gli sciatori amatoriali che magari negli ultimi 10 anni non hanno mai sciato e vorrebbero tornare sulle piste, e` di riprendere gli sci con lo spirito di chi li mette per la prima volta”.

CAMBIANO GLI INFORTUNI E CAMBIANO I TRATTAMENTI
Non solo le attrezzature sono cambiate: oggi sono anche necessari dispositivi di sicurezza come il caschetto per evitare i traumi cranici, apparecchiature piu` tecnologiche per chi frequenta i fuoripista. In tutti questi cambiamenti, anche i tempi per la diagnosi e trattamento delle lesioni sono diventati piu` veloci. Infatti, dopo l’ingresso al pronto soccorso viene effettuata la risonanza magnetica per avere la valutazione del danno, decidendo quindi nel più breve tempo dall`infortunio, come procedere. In caso di rottura del legamento crociato non sempre il trattamento e` chirurgico e soprattutto non nella fase acuta perché è importante attendere che l’infiammazione, subito presente dopo il trauma, scompaia – prosegue Erschbaumer. – In questo modo il chirurgo ortopedico troverà condizioni più favorevoli all’intervento”. Inoltre, oggi gli esperti consigliano di iniziare la fisioterapia già immediatamente dopo il trauma, sia che il paziente debba essere operato o no. “Si inizia con la riabilitazione e, in base a i risultati, alle richieste funzionali del singolo paziente e alla valutazione clinica ovvero se il paziente ha dei cedimenti, allora l’ortopedico deciderà per l’intervento. Si tratta di 2 massimo 4 settimane di riabilitazione dopo il trauma – conclude il Primario di Bressanone. – Nel frattempo il paziente segue la fisioterapia, la terapia analgesica, prende gli antinfiammatori e si tiene ben lontano dalle piste da sci”.

© Orthopedika Journal

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