Il segreto è riprogrammare

Le cellule staminali e il loro trapianto rappresentano un patrimonio estremamente prezioso per la medicina moderna e un gruppo di ricercatori dell’Università di Hong Kong sembra aver trovato la mappa per arrivare a tale tesoro. Come spiegano gli autori del lavoro pubblicato sulla rivista Stem Cell, le staminali sono cellule non ancora differenziate e quindi capaci di dare origine a diverse linee cellulari. Per questo motivo possono essere utilizzate per curare molte malattie o almeno rallentarne il decorso, ma ancora oggi esistono problemi che limitano l’efficacia del trapianto. Tra i più importanti la bassa sopravvivenza delle cellule staminali in vivo e i loro limiti di differenziazione.

UN PASSO INDIETRO PER ANDARE AVANTI
Lavorando su modelli animali, i ricercatori di Hong Kong sono riusciti a far “tornare indietro” alcune cellule staminali mesenchimali – precursori anche delle cellule della cartilagine chiamate condrociti – derivate dal midollo osseo. “Abbiamo messo in opera un de differenziamento – spiegano gli autori – e cellule già indirizzate verso una linea neuronale sono tornate ad essere del tutto indifferenziate”. Il dato più interessante è che le cellule “manipolate” mostrano una maggior sopravvivenza e si differenziano verso la linea neuronale con un’efficienza maggiore rispetto alle loro “colleghe” sulle quali i ricercatori non sono intervenuti. Nella ricerca, questa vera e propria riprogrammazione delle cellule staminali mesenchimali si è tradotta in un miglioramento della funzione cognitiva dei modelli animali studiati che avevano subito un danno cerebrale e, in un futuro non molto lontano, si potrà probabilmente trasformare in una nuova strategia di trattamento, molto più efficace dal punto di vista terapeutico.

A cura di Cristina Ferrario

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