CLAUDIO ZORZI, Presidente SIGASCOT, Primario di ortopedia e traumatologia all’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, a Verona – un Centro d’eccellenza per l’ortopedia – ha lavorato molto con gli sportivi soprattutto nel calcio, ai massimi livelli, e nell’ambito della danza, seguendo i maggiori artisti internazionali. Presso il reparto da lui diretto sono in corso importanti studi clinici sull’utilizzo dei fattori di crescita nelle patologie della spalla (cuffia dei rotatori). Presso l’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’équipe di Zorzi esegue circa 4.700 interventi l’anno, tra cui 750 relativi a protesi di ginocchio, altri 350 di anca e spalla e circa 500 di ricostruzione legamentosa.
A cura di Liana Zorzi
Come emerge dai lavori della terza edizione del congresso SIGASCOT, la moderna chirurgia ortopedica tende ad essere sempre più ricostruttiva e ripartiva e sempre meno sostitutiva, ovvero, tende a ritardare il momento della chirurgia protesica, quando esistano le reali indicazioni.
La maggioranza dei pazienti sportivi è rappresentata da atleti di giovane età o da giovani adulti con un’elevata richiesta funzionale e con necessità di rapidi tempi di recupero al fine di una più veloce ed efficace ripresa dell’attività sportiva. In quest’ottica, l’applicazione clinica dei fattori di crescita (Growth Factors) ma anche rh-BMPs o proteine morfogenetiche ricombinanti umane e il PRP o plasma arricchito di piastrine in Traumatologia dello Sport, in grado di promuovere e facilitare la guarigione dell’osso, trova soprattutto indicazione nel trattamento in acuto di fratture dell’atleta in giovane età. “Mentre fino a qualche tempo fa si rimandava l’intervento al termine della crescita, interrompendo la carriera della giovane promessa – spiega Claudio Zorzi presidente del Congresso – oggi l’intervento viene effettuato immediatamente. E il ricorso alle nuove tecnologie comporta grandi vantaggi: PRP, fattori di crescita, fattori di rigenerazione trovano nell’adolescente una biologia estremamente attiva e quindi una risposta terapeutica elevata ed efficace”.
AD OGNI SPORT IL SUO TRAUMA
Secondo i dati forniti dall’American College of Sports Medicine, l’80% dei traumi negli sportivi adulti (età compresa tra 25 e 50anni) avviene in sport come il calcio, la pallavolo e il basket mentre negli sportivi anziani sono dovute nel 65% dei casi a cadute che comportano traumi agli arti inferiori.
Negli adolescenti invece, i traumi e le lesioni sono imputabili a differenti tipologie di sport (dal tennis all’atletica, dal calcio al nuoto e alla danza)1 ma la natura del trauma è simile alla lesione dell’adulto. “La considerazione importante da fare – spiega Claudio Zorzi – è che oggi l’atleta adolescente, dal punto di vista medico sportivo, è paragonabile ad un atleta adulto: già a 12 anni emerge una giovane promessa che diventa una realtà tra 16 e 17 anni. In queste fasce d’età uno sciatore si impone nel panorama nazionale, un corridore diventa competitivo, un tennista a 15 anni è già ad alto livello, così come un golfista.”
Oggi, quindi, l’adolescente è già un adulto dal punto di vista sportivo. Tutto questo comporta maggiore probabilità, rispetto ai coetanei non atleti, di traumi e lesioni che però non possono essere trattate come nell’adulto proprio per i processi evolutivi e di crescita ancora in atto.
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