Un recente studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Deutsches Arzteblatt International mette in guardia i medici dai possibili errori terapeutici sui bambini, delineando vere e proprie strategie perché il piccolo paziente non rischi di andare incontro a complicanze future.
A cura di Valeria Tagni, consulenza di Gianluca Bertoni, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale “S. Maria di Ca’ Foncello”, Treviso
COME FARE LA DIAGNOSI SE IL PAZIENTE NON COLLABORA
“A volte è difficile fare diagnosi – spiega Bertoni. – Un bambino di 2 anni richiede un approccio diverso da uno di 10, sia per la collaborazione che fornisce sia per la precisione nel riferire i sintomi. Mentre con un ragazzo possiamo interagire, con i più piccoli dobbiamo ricercare le reazioni al dolore, ricordando che lo avvertono meno rispetto agli adulti. Per questo motivo molti bambini arrivano al Pronto Soccorso con una frattura del polso anche dopo 2-3 giorni dall’incidente”.
RAGAZZI AL PRONTO SOCCORSO: QUANTE OSSA ROTTE!
Durante l’infanzia e l’adolescenza sono frequenti i traumi osteo-articolare: questi traumi rappresentano infatti il 20% dei casi che si presentano nei Pronto Soccorso degli ospedali pediatrici italiani. “Le cause più comuni sono le cadute o l’andare a sbattere contro un ostacolo – continua l’esperto di Treviso. – Dopo i 4 anni fa la sua parte la bicicletta, mentre i danni da incidente d’auto sono molto meno frequenti grazie all’introduzione obbligatoria dell’uso dei seggiolini”. Spalla, caviglia, gomito e polso le parti più colpite.
FINO A 5 ANNI LE FRATTURE GUARISCONO PRIMA E MEGLIO
Se da un lato l’incidenza di traumi è maggiore nei giovani che negli adulti, dall’altro il danno è di solito più lieve perché l’osso è più plastico e riesce parzialmente ad assorbire l’impatto. L’esperto però raccomanda attenzione: “Nei bambini non dobbiamo considerare solo la frattura che vediamo ma la proiezione di crescita dei frammenti ossei interessati. Una piccola lesione può diventare più grande con la crescita e creare a distanza di anni deviazioni molto marcate. Inoltre – continua Gianluca Bertoni – le fratture che guariscono in modo “viziato”, generalmente andranno a posto con la crescita. Questo però dipende dall’età: sotto i 5 anni il recupero spontaneo è frequente, mentre sopra i 12-13 può essere opportuno pensare ad una correzione”.
PICCOLI STRUMENTI PER PICCOLI PAZIENTI
Piede, caviglia, polso, gomito, dita sono le sedi di frattura più diffuse nei bambini più grandi. “Di solito si cerca di iniziare con la terapia conservativa se la frattura non riguarda le articolazioni o le cartilagini di accrescimento – conclude Gialuca Bertoni dall’Ospedale di Treviso. – Solo in questi casi, e per evitare complicazioni, si può valutare un approccio di tipo chirurgico”. Facilitato oggi dall’invenzione di artroscopi più piccoli e tecnologie ad hoc per i bambini.
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