Fratture da fragilità al centro dell’attenzione dell’Europa

Fratture da fragilità al centro dell'attenzione dell'Europa

Con milioni di casi ogni anno in Europa, le fratture legate alla fragilità ossea occupano un posto di primo piano tra le priorità di ortopedici e reumatologi del vecchio continente, che lavorano insieme con l’obiettivo di ottimizzare il trattamento e le strategie di prevenzione.

A cura della Redazione di Orthopedika Journal

Solo nei 5 Paesi più estesi d’Europa, le fratture da fragilità causate da osteoporosi e che colpiscono soprattutto le persone anziane sono oltre 2 milioni e pesano per oltre 30 miliardi di euro sui sistemi sanitari nazionali. Fanno riflettere questi dati presentati da Karsten Dreinhöfer del Charitè University Medicine and Medical Park Humboldtmühle di Berlino nel corso dell’ultima edizione del congresso EFORT (European Federation of National Associations of Orthopaedics and Traumatology). L’esperto sottolinea infatti che, nonostante i progressi nelle tecniche chirurgiche, resta ancora molta strada da fare per risolvere i problemi pre e post operatori e per prevenire nuove fratture in questi pazienti.
E l’attenzione degli ortopedici su questo delicato argomento è più che comprensibile se si pensa ai numeri dell’osteoporosi: è una delle patologie più frequenti legate all’età e la sua incidenza è in forte aumento in Europa e in tutti i Paesi Occidentali che sono sempre più “vecchi”. Si parla infatti di almeno 30 milioni di persone con osteoporosi in Europa e i numeri sono in crescita in tutto il mondo con una previsione che parla di un aumento di 4 volte delle fratture da fragilità nei prossimi 20 anni a livello mondiale.

NUOVE RACCOMANDAZIONI CON UN OCCHIO DI RIGUARDO ALLA PREVENZIONE
I pazienti devono essere sottoposti a intervento chirurgico entro poche ore dalla frattura e devono essere seguiti da un team multidisciplinare che sia in grado di far fronte a tutti i problemi medici che il paziente anziano presenta oltre alla frattura stessa. Ortopedici e traumatologi devono quindi lavorare fianco a fianco con internisti, reumatologi, geriatri ed esperti nella riabilitazione per garantire che pazienti già deboli non lascino l’ospedale in condizioni peggiori rispetto a quelle del ricovero. In questo senso sono importanti anche i consigli alimentari, gli interventi per evitare il decubito e la riabilitazione, strumenti fondamentali per una rapida ripresa. E infine, come precisano gli esperti EFORT, le cure al paziente non devono terminare dopo l’intervento chirurgico: dopo una prima fattura da fragilità il rischio di una seconda frattura aumenta notevolmente, soprattutto perché spesso il paziente viene lasciato solo. Attenzione continua quindi anche quando la prima frattura è guarita per evitare che queste ossa fragili vadano incontro ad altri problemi.

© Orthopedika Journal

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