Epicondilite, oltre l’infiammazione c’è di più

L’epicondilite, o “gomito del tennista”, in realtà colpisce spesso soggetti che non giocano a tennis. Un lavoro che richiede movimenti di flesso-estensione del polso o delle dita come potare una siepe o avvitare un bullone può causare una epicondilite e si è recentemente notata una maggiore incidenza anche in persone che usano molto il computer.

L’epicondilite, più che un’infiammazione, è una degenerazione dei tendini estensori del polso e delle dita della mano che si inseriscono sull’epicondilo dell’omero che è una sporgenza ossea che si osserva e si può palpare lateralmente nel gomito. Il dolore è dato dalla presenza di tessuto di granulazione e quindi una degenerazione delle fibre tendinee; questo è il motivo per cui il disturbo tende a protrarsi nel tempo e i farmaci antiinfiammatori hanno scarso risultato.

Speciale realizzato con la consulenza del dottor Andrea Miti, direttore del reparto di ortopedia e traumatologia dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre (VE)
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IL DOLORE SI SVILUPPA IN DUE FASI
A volte si associa dolore alla parte interna del gomito (epitrocleite), alla spalla e al polso per una sindrome del tunnel carpale.
L’epicondilite viene avvertita come un dolore sulla parte laterale del gomito dove si inseriscono i tendini che fanno estendere il polso e le dita della mano.

Fase iniziale

1. dolore nell’uso dell’avambraccio e della mano, in particolare quando vengono afferrati e sollevati degli oggetti, ma anche aprire una porta o versare dell’acqua da una bottiglia possono diventare azioni molto dolorose

2. È importante non sottovalutare la comparsa del dolore in questa fase perché, nel tempo, diventa più inteso e si irradia alla mano e alla spalla

3. È questo il momento giusto per rivolgersi ad uno specialista esperto e avere la diagnosi corretta

Fase intermedia

1. Il dolore si manifesta anche a riposo con sensazione di bruciore e fitte

2. Il dolore è presente anche durante la notte

3. Si tratta di un dolore molto intenso che risponde poco, o per brevi periodi, alla terapia con farmaci antiinfiammatori

4. Il dolore può essere così intenso da modificare le abitudini del paziente fino a limitarne le attività, sia lavorativa che sportiva o anche quella di tutti i giorni.

5. Ogni movimento del braccio e della mano stimola il dolore. In particolare tutti i movimenti che richiedono l’apertura e la chiusura del pugno per afferrare oggetti diversi provocano dolore come sollevare una semplice busta della spesa, aprire una porta, sollevare una bottiglia o un bicchiere d’acqua, stringere una mano.

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