Muoversi fa bene a tutto: al cuore, alle ossa, all’umore e, naturalmente, alla linea. Nessuno si è mai sognato di mettere in discussione i benefici del movimento sulla forma fisica, ma restava il mistero di come facesse l’esercizio muscolare a sconfiggere la ciccia. A risolverlo ci hanno pensato i ricercatori della Case Western Reserve School of Medicine, che hanno individuato il fattore genetico che aiuta il corpo a bruciare i grassi, e potenziare i muscoli, durante l’allenamento.
Si chiama KLF15, ed era già stato individuato come un fattore chiave nel regolare il metabolismo di due dei tre nutrienti di base usati dal corpo umano: zucchero e proteine. La scoperta del suo ruolo nel metabolismo dei grassi completa finalmente il quadro, e spiega come proprio questo fattore genetico aumenti la capacità dei muscoli in esercizio di bruciare grasso e generare forza.
I ricercatori hanno osservato che i livelli di KLF15 aumentavano notevolmente nel muscolo scheletrico dei topi durante l’esercizio fisico. Hanno allora deciso di collaborare con i fisiologi dell’australiana Deakin University per studiare i livelli di KLF15 nell’uomo, analizzando pazienti sani prima e dopo un un’attività aerobica.
Nello studio pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences) hanno scoperto che l’incremento di KLF15 nell’uomo dopo la ginnastica era paragonabile a quello osservato nei topi in laboratorio, e che corrispondeva a due o tre volte la norma.
Per spiegare meglio i meccanismi molecolari che regolano questo processo, i ricercatori hanno analizzato dei modelli di topo che avevano carenza di questo gene. E si sono resi conto che i topi senza KLF15 non riuscivano a bruciare il grasso in maniera efficiente né a sostenere l’esercizio aerobico. Così hanno capito che questo gene è un regolatore essenziale della capacità dei muscoli di utilizzare il grasso, che poi è la nostra principale fonte di energia immagazzinata.
Secondo gli autori questa scoperta potrebbe essere utilizzata proficuamente per la cura di molti disturbi legati al metabolismo alterato. “Modulare la funzione di KLF15?, dicono, “potrebbe essere una strategia fruttuosa per potenziare i benefici sulla salute dell’esercizio fisico e per curare le malattie metaboliche e quelle basate sui muscoli”. Come per esempio la distrofia muscolare di Duchenne, sulla quale infatti gli autori della ricerca stanno già lavorando, alla ricerca di un’utile applicazione dei risultati dello studio.
A cura di Marta Buonadonna
Fonte: blog.panorama.it