Donne over 55 più a rischio di artrosi al ginocchio

Donne over 55 più a rischio di artrosi al ginocchio

Le donne dovrebbero prestare particolare attenzione all’articolazione del ginocchio, in particolare le donne over 55 sono più a rischio di artrosi al ginocchio.

Intervista al Dottor Franco Rossi, specialista in ortopedia e traumatologia presso l’Ospedale Villa Salus di Mestre

Secondo lo studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Orthopaedic Surgeons realizzato dal Department of Orthopaedics and Rehabilitaion della Yale University nelle donne over 55 il rischio di artrosi al ginocchio è di 3 volte superiore rispetto ai maschi soprattutto se, in età giovanile c’è stata la rottura del legamento crociato anteriore. “A parità di rischio di lesioni traumatiche del ginocchio durante l’attività sportiva quindi le donne over 55 hanno un rischio aumentato di artrosi precoce del ginocchio sia per la presenza del trauma giovanile, sia per fattori ormonali legati alla menopausa – spiega il dottor Franco Rossi, specialista in ortopedia e traumatologia presso l’Ospedale Villa Salus di Mestre. – L’artrosi precoce del ginocchio nello sportivo è una delle principali patologie che portano all’indicazione di intervento di protesi monocompartimentale o totale del ginocchio. Questo tipo di pazienti richiedono sempre più brevi tempi di ospedalizzazione e rapido recupero post operatorio, reso possibile dai percorsi di fast track che oggi vengono usati nella chirurgia ortopedica. Infatti, nella mia esperienza, con il fast track i tempi del ricovero si dimezzano passando da 8-10 giorni a 4-5 giorni al massimo. Il paziente viene mobilizzato il giorno stesso dell’intervento e questo favorisce il recupero rapido facilitato anche dai nuovi materiali e design delle protesi sempre più rispettose dell’anatomia del ginocchio”.

Dottor Franco Rossi Mestre

IL PARERE DELL’ESPERTO | Veloce, zero dolore e sicuro; ma è per tutti?

Veloce è la riabilitazione e il recupero del paziente, che cammina con l’ausilio delle stampelle già dopo poche ore dall’intervento. Il tempo chirurgico invece non cambia, perché solo un’accuratezza quasi maniacale nei gesti chirurgici permette di velocizzare il recupero – sottolinea il dottor Franco Rossi. – Il fast track è possibile in strutture che hanno adottato questi nuovi protocolli che includono la gestione del dolore e delle perdite ematiche durante e dopo l’intervento, e hanno team dedicati e formati a questo processo di recupero rapido del paziente come in Villa Salus a Mestre. Certamente il fast track è un percorso sicuro per tutti i pazienti anche se non è indicato nei pazienti con diverse comorbidità, cioè che presentano molte patologie diverse insieme come nel caso di sindrome metabolica con obesità, ipertensione, diabete, problemi epatici.


A cura della Redazione

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