Dall’esperienza di tutti impariamo a dare soluzioni ai pazienti

A Novembre, nella splendida citta della medievale di Marostica (VI), i chirurghi della SVOTO (Società Veneta Ortopedici e Traumatologi Ospedalieri) si sono confrontati sui casi difficili di protesi d’anca facendo outing: “non siamo infallibili, e abbiamo bisogno di confrontarci con altri colleghi per imparare a trovare soluzioni facili a problemi difficili. Per dare ai nostri pazienti sicurezza, qualità del trattamento chirurgico e soprattutto aspettative di guarigione realistiche”.

L’effetto baby boomers degli anni ’50, presto avrà la sua ricaduta anche sul nostro sistema sanitario. Basti pensare che tra meno di 5 anni gli over 60 rappresenteranno la percentuale più elevata dei cittadini italiani, con tutte le problematiche di salute correlate all’anziano, in particolare ai problemi osteoarticolari che immobilizzano gran parte della popolazione over 70. Spesso affetti da artrosi che limitano movimenti fondamentali per la qualità della vita come camminare, trovano nell’intervento di protesi d’anca un trattamento d’elezione che, negli ultimi 25 anni, è incredibilmente migliorato nella tecnica chirurgica, nei materiali e nel design delle protesi, riducendo tempi di recupero e guarigione.

“Volevo organizzare un congresso in cui il chirurgo potesse presentare le difficoltà incontrate durante interventi ormai di routine per noi” spiega Enrico Sartorello, presidente del Congresso. “Infatti, se per ogni caso clinico c’è sempre una soluzione tecnicamente applicabile, la biologia del paziente, la sua unicità di essere umano, la presenza o meno di obesità, patologie, fattori di rischio, la sua età, gli stili di vita, le aspettative, rende unico anche l’intervento chirurgico, con rischi e difficoltà che quindi variano da paziente a paziente. Come emerge dalla nostra esperienza quotidiana, presentata al congresso” prosegue il traumatologo “situazioni che possono sembrare difficili per un chirurgo possono essere elementari per un altro, magari perché dispone di strumenti o materiali che possono rappresentare una soluzione nuova se applicati alla tecnica chirurgica”.

Infine, forse perché il medico si è accorto che il paziente arriva già alla visita ‘veramente informato’ – al di là del consenso informato che firma prima dell’intervento chirurgico -, forse perché il paziente oggi esige sia la salute funzionale sia la qualità della vita; forse perché esistono anche giornali come il nostro che danno voce al medico senza sensazionalismi o creare false aspettative; forse per tutti questi motivi, finalmente iniziamo a vedere il lato umano della medicina … anche quando si parla di ortopedia!

[facebook]

No comments yet.

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.