Domenica 6 novembre 2011 si corre la 42a edizione della maratona di New York, la più famosa e più popolare al mondo,che conta quasi quarantamila maratoneti, tra i quali quest’anno oltre 3000arrivano dall’Italia.
Ma quali sono i rischi per chi corre la maratona di New York? Quanto è importante la preparazione atletica?
a cura di Irene Butta
UNA PREPARAZIONE ADEGUATA
“Quando la preparazione è insufficiente un maratoneta non professionista può andare incontro a lesioni soprattutto a carico dei tendini e dei legamenti” spiega Enrico Sartorello Direttore della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Bassiano (VI). Un allenamento poco ‘adatto’, può portare a lesioni croniche da sovraccarico (dette anche da overuse), cioè all’infiammazione del tendine sovraffaticato da cicli di lavoro ripetuti, come nella corsa appunto, che provoca dolore pur non arrivando quasi mai alla rottura. “E’ come se un elastico venisse continuamente tirato; dopo un numero ripetuto di volte può perdere di elasticità, magari non si rompe del tutto, ma diventa poco utilizzabile. Così accade anche per i tendini” conclude l’esperto.
LA SCELTA DELL’ATTREZZATURA
Importante è saper scegliere la tipologia di calzature: le scarpe dei runner sono importanti tanto quanto apprendere la tecnica della corsa. È necessario utilizzare delle calzature specifiche per la corsa, poiché nel contatto con il terreno le articolazioni sono sottoposte a un elevato carico. La scarpa deve avere un’intersuola morbida con sistemi di ammortizzamento per assorbire lo shock dell’impatto con il terreno e deve essere flessibile soprattutto nella parte dell’avampiede ed avere la zona del retro piede stabile per prevenire eccessivi movimenti laterali.
IL PESO DELLA CORSA
Un maratoneta durante la corsa a ogni passo carica sulle strutture articolari e tendinee un peso di 3 volte superiore al peso corporeo. Per esempio, un atleta che pesa 70 kg e compie circa 1000 passi ogni km, in gara scarica sul terreno, e quindi sulle articolazioni, ossa, muscoli, tendini e legamenti, circa 8400 tonnellate (peso corporeo 70 kg x 3 x 1000 passi a Km x 42 km). “Ad ogni passo quindi, corrisponde una vibrazione, un carico sulle strutture articolari e tendinee dato dall’impatto che il peso corporeo ha sul terreno.
Per questo motivo, capita di riscontrare nei maratoneti fratture ossee delle dita dei piedi determinate dalle vibrazioni e chiamate, appunto fratture da durata o da marcia” sottolinea Enrico Sartorello.
“La corsa non coinvolge solo l’articolazione del ginocchio e della caviglia, ma anche il piede che arriva prima con il tallone e poi con la punta, i muscoli della gamba; poi il carico passa dal ginocchio, all’anca, al bacino, alla schiena. Se ogni distretto non svolge il movimento nella maniera corretta, il carico nel gesto tecnico errato darà luogo a un sovraccarico e quindi al dolore”.
PREVENIRE LE LESIONI
Sono sufficienti pochi accorgimenti elementari per prevenire le lesioni da overuse nella corsa:
1. Evitare di tenere un ritmo di corsa troppo sostenuto; ciò comporta un elevato affanno respiratorio, la sensazione di bruciore al petto, l’appesantimento delle gambe per l’accumulo di acido lattico.
2. Svolgere regolarmente esercizi di mobilità articolare e di allungamento muscolare: i primi precedono la seduta perché preparano le articolazioni al movimento, mentre i secondi vanno fatti dopo la corsa per favorire il ripristino della lunghezza fisiologica delle fibre muscolari. Gli esercizi di allungamento servono per contrastare la perdita di flessibilità muscolare che la corsa causa: i muscoli s’allungano più facilmente se sono caldi; quindi alla fine della seduta è il momento migliore per fare questi esercizi.
3. Sapere che una buona tecnica di corsa è favorita da una muscolatura elastica e da articolazioni sciolte. La corsa non richiede l’impiego di un elevato livello di forza, ma un buon tono muscolare è importante per mantenere un efficiente azione di spinta. I muscoli su cui lavorare maggiormente sono quelli delle gambe.
4. Meglio evitare gli allenamenti sul cemento: i terreni migliori sono le superfici morbide e soffici sono le migliori mentre le superfici dure come il cemento aumentano il rischio di traumi muscolari ed articolari.
5. Anche la preparazione psicologica è importante: la maggior parte dei maratoneti non professionisti spesso sono poco preparati tecnicamente ma molto motivati a completare la gara. Infatti, non di rado, il runner completa la sua gara anche in presenza di traumi più o meno gravi. “Dipende dalla resistenza, dalla motivazione psicologica e soprattutto dalla soglia di dolore che varia da persona a persona” conclude il traumatologo di Bassano.