BREAK. Ossa rotte

BREAK. Ossa rotteHannah Moskowitz

Jonah, figlio di due genitori assenti e in conflitto tra loro, ha due fratelli: Will, di appena pochi mesi, che piange in continuazione, e Jesse, adolescente sedicenne con una forte allergia al latte. Tra Jesse e Jonah l’amore fraterno è fortissimo; Jonah, infatti, segue con attenzione il fratello e soprattutto controlla che la madre disattenta non lo metta a contatto col latte, cosa che avviene assai spesso visto che il piccolo Will mangia solo quello.

Jonah è ossessionato dal timore che accada qualcosa al fratello: ogni volta che squilla il telefono la sua ansia aumenta perchè potrebbe comunicargli che la vita del fratello è in pericolo. Si sente inadeguato a prendersi cure di Jesse tanto da iniziare ad assumere comportamenti autolesionisti. Decide di rompersi le ossa per sfogare la rabbia che ha dentro con la convinzione che l’osso che ricrescerà sarà più vigoroso del precedente. A Jonah non piace rompersi ma è fermamente convinto che questo gli darà un corpo migliore. “Si sa che le ossa rotte ricrescono più forti. È una specie di meccanismo naturale. Se ti rompi una gamba, te ne ricresce una migliore. Se ti rompi tutto il corpo ne avrai uno migliore. Più stai male, più forte diventi.”

La sua amica Naomi, ragazzina senza scrupoli, incita Jonah all’autodistruzione, ogni giorno di più: “Che ne dici di un altro osso Jonah?”. “Domani?”

Il libro di Hanna Moskowitz è utile per capire e avvicinarsi all’adolescenza e alle sue problematiche. Un libro straziante con sotteso un messaggio d’amore, l’amore del figlio verso la famiglia portato all’estremo: un amore che porta a farsi del male per espiarne le colpe.

Il romanzo delinea con minuzia la psiche del protagonista descrivendo la complessità della vita di Jonah: “La parte più difficile è decidersi a saltare. E’ una guerra tra ragione e corpo: non so mai se sto per farlo davvero finchè non lo faccio. La ragione sconfigge l’istinto di sopravvivenza, perciò, da un certo punto di vista , è una specie di incidente17 ossa rotte. Ne mancano 189…Mi preparo mentalmente al dolore vero – sarà tremendo, ma almeno ci sono abituato. E invece no. A questo dolore non sono affatto abituato.”


Recensione a cura di Andrea Cacia

© Orthopedika Journal

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