Biotecnologie non solo per gli sportivi: l’esperienza clinica dell’ospedale di Conegliano (TV)

Intervista al dottor A. Agueci e al dottor C. Mariani.

Non solo traumi degli sportivi: secondo un recente studio clinico realizzato dall’equipe del dottor Alberto Agueci della Divisione di Ortopedia dell’Ospedale di Conegliano (TV) e presentato lo scorso giugno a Udine in occasione del Congresso Internazionale S.I.A. (Società Italiana di Artroscopia), l’uso dei fattori di crescita come matrice fibrinica sembra suggerire una soluzione possibile nelle patologie degenerative della spalla.

A cura di Liana Zorzi

L’INATTIVITA’ E’ CAUSA DI TENDINOPATIE DEGERATIVE

Studi sperimentali effettuati su modelli in laboratorio sembrano aver accertato che uno stimolo meccanico insufficiente determinato dal non utilizzo delle strutture muscolari e quindi tendinee, sia alla base della tendinopatia. Infatti, in un circolo vizioso che confonde causa ed effetto, il dolore determinato dall’under use che a sua volta comporta un ulteriore non utilizzo delle strutture muscolo tendinee per non aumentare il dolore percepito, contribuisce a determinare la patologia degenerativa del tendine. “Infatti, sembra ormai noto, che alla base della patologia tendinea vi sia un deficit vascolare che porta alla degenerazione tendinea a causa di un deficit di stimolo meccanico” spiega Cesare Mariani, ortopedico del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Conegliano (TV) diretto dal dottor Alberto Agueci e specialista nella chirurgia della spalla, intervistato durante il Congresso S.I.A. di Udine. “Spesso per l’età oppure per mancanza di stimolo funzionale, l’uso della spalla e del braccio, per esempio, viene ridotto. Questo comporta degenerazione della struttura, dolore e si induce quel processo che in laboratorio è stato ben evidenziato. Su queste basi – conclude l’esperto – alcuni sostengono che per riparare il tendine non siano sufficienti i fattori di crescita e le suture di matrice, ma sia necessaria la riabilitazione e gli stimoli meccanici che farebbero maturare l’interfaccia osso-tendine rendendo la riparazione più solida (simil nativa)”.

L’EVIDENZA CLINICA: rapidità di guarigione, maggiore qualità di guarigione, neovascolarizzazione evidente, migliori caratteristiche meccaniche nel breve post operatorio (nei primi 5-6mesi dopo l’intervento).
Lo studio presentato a Udine, ha visto l’equipe del dottor Alberto Agueci, primario di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Conegliano (TV), impegnata nel management di differenti tipi di tendinopatie degenerative trattate con i fattori di crescita. Secondo Cesare Mariani, anche se ancora non esistono indicazioni condivise per l’utilizzo della matrice fibrinica piuttosto che del PRP in forma liquida attivata, l’esperienza e la valutazione del chirurgo risultano fondamentali per la scelta della migliore forma di PRP da usare in sede intraoperatoria. “Sono ormai ampiamente dimostrati gli effetti biologici dei fattori di crescita sui processi di riparazione dei tendini – spiega l’esperto di Conegliano. – Nella nostra esperienza ospedaliera riteniamo che, nelle lesioni della cuffia dei rotatori, i fattori di crescita debbano essere usati come matrice fibrinica tra osso e tendine, preferendola alla soluzione liquida iniettabile. Questo perché – continua il dottor Mariani – la matrice permette di essere suturata e posizionata saldamente nel punto di inserzione interessato al riposizionamento della cuffia, senza timore che si sposti con conseguente vanificazione del processo di riparazione richiesto.”

Presso il reparto diretto dal dottor Agueci sono stati trattati 20 pazienti di età compresa tra 54 e 66 anni affetti da lesione degenerativa della cuffia dei rotatori. “I risultati ottenuti grazie all’applicazione dei fattori di crescita suggeriscono una soluzione possibile per la spalla con sutura tendine-osso come accade nella cuffia dei rotatori oppure nel capo distale del bicipite brachiale. Come confermano i dati, i controlli effettuati periodicamente su 14 pazienti a 14 mesi dal trattamento hanno dimostrato all’esame strumentale effettuato con RMN o ecografia, l’oggettivo miglioramento delle lesioni con conseguente riparazione delle lesioni trattate. Si tratta di un’esperienza clinica – conclude il primario – che lascia ampio spazio a sperimentazioni cliniche future che già stiamo progettando”.

APPROFONDIMENTO

Il derivato piastrinico autologo (prodotto dalla centrifugazione di piccole quantità di sangue del paziente a cui viene iniettato sotto forma di concentrato piastrinico), subito dopo la centrifugazione è immediatamente disponibile al medico che può utilizzarlo secondo differenti modalità e indicazioni: in sede ambulatoriale, come PRP in forma liquida attivata per infiltrazioni localizzate sulle lesioni tendinee di piccole dimensioni; in sede di intervento chirurgico artroscopico o endoscopico, come coagulo o matrice fibrinica è indicato per ampie lesioni non massive suturabili (tra tendine e osso) delle strutture tendinee.

Tags: , , , , ,

No comments yet.

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.