L’artrosi di ginocchio in Italia colpisce il 26% delle donne e il 12% degli uomini sopra i 65 anni. Il limite dei 65 si abbassa però drasticamente negli atleti professionisti. Ne abbiamo parlato con il Dottor Alberto Agueci, Primario di Ortopedia e Traumatologia presso l’Ospedale di Conegliano (TV).
di Valeria Tagni, con intervista al Dottor Alberto Agueci
E’ VERO CHE L’ARTROSI DEL GINOCCHIO PUÒ COMPARIRE ANCHE IN PERSONE DI 40-50 ANNI CHE ABBIANO PRATICATO O PRATICHINO ATTIVITÀ AGONISTICA?
“E’ senz’altro vero e può essere causato da una serie di motivi, primo fra tutti, le sollecitazioni ripetute e talvolta esasperate a cui si espone il ginocchio durante l’attività sportiva, sollecitazioni di tipo diverso a seconda delle specialità. E’ il caso del cosiddetto ginocchio del saltatore, ovvero di un atleta dedito a una disciplina che comporta la necessità di saltare come la pallavolo o il basket. Non solo: il dover ricadere dopo un’elevazione costringe il corpo a fermare l’inerzia della ricaduta; la conseguenza è una sollecitazione molto forte e ripetuta del ginocchio. Altro tipo di sollecitazione microtraumatica si verifica nello sci, dove le tecniche moderne e i nuovi materiali di cui sono costruiti gli sci provocano una sollecitazione del ginocchio molto più drammatica rispetto al passato. Se da un lato le sciancrature – ovvero il disegno svasato in coda e in punta – determinano una forte adesione dello sci sul manto nevoso, dall’altro l’avvento della neve artificiale ha aumentato il cosiddetto grip – ovvero l’attrito – tant’è vero che gli atleti vanno incontro a lesioni traumatiche addirittura senza cadere. Basta uno sbilanciamento, un arretramento verso le code dello sci nel recupero della posizione ottimale per provocare uno stress notevole a livello legamentoso. La somma di questi stress può portare l’atleta a usure articolari e l’ultimo step di questo processo degenerativo è l’artrosi”.
SE UN’ATLETA CHE HA PRATICATO SPORT FINO A 30-35 ANNI A 40 SI TROVA CON UNA DIAGNOSI DI ARTROSI DI GINOCCHIO, PUÒ CONTINUARE L’ATTIVITÀ? QUALE CURA CONSIGLIA L’ORTOPEDICO?
“Spesso ci troviamo di fronte a persone che non sanno invecchiare e pretendono di avere le stesse performance di 20 anni prima, cosa assolutamente inconcepibile da un punto di vista obiettivo. Di fatto se un paziente di 40 anni presenta patologie articolari degenerative – cioè un’artrosi iniziale o ormai conclamata – deve combattere la sintomatologia e quindi spetta alla sua capacità di sopportazione la possibilità di agire ancora a livello sportivo. Soprattutto però deve evitare pratiche particolarmente insultanti. Teniamo presente che oggi, oltre all’usura da overuse – ovvero da sovraccarico funzionale del’articolazione durante lo sport – molto spesso l’artrosi è determinata da una deviazione assiale. Basti pensare alle gambe storte, dette anche del calciatore perché particolarmente frequenti in questo ambito sportivo, oppure la gamba a X o ginocchio valgo. Queste deviazioni comportano sollecitazioni asimmetriche anche durante la vita normale, mentre si cammina o si sale le scale: il ginocchio subisce un’usura eccentrica – si consuma di più il lato interno o il lato esterno dell’articolazione – e si rende quindi necessario un intervento di riallineamento dell’asse. Un passo chirurgico terapeutico capace di consentire al paziente di continuare la sua passione sportiva: perché ricordiamo che lo sport è sì agonismo, ma soprattutto deve essere considerato una passione”.
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