Animali bionici: gli arti artificiali del futuro

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Ha conquistato i media la storia di Stellina, cavallina destinata al macello e adottata da Michela Castelli e Matteo Calvi, proprietari di un allevamento presso Menaggio. La puledra, che a soli 8 giorni aveva perso una zampa, oggi è tornata a correre grazie ad una protesi.
Negli ultimi anni è sempre meno raro imbattersi in notizie di animali che recuperano la funzionalità di una o più zampe grazie alle protesi. Non si tratta di grandi numeri, tuttavia i casi continuano a crescere. Cani, gatti, cavalli ma non solo: storie di arti artificiali che hanno cambiato la vita di un amico a quattro zampe.
di Valeria Tagni

Stellina subisce l’amputazione della caviglia infilando la zampa tra le lamiere della mangiatoia. L’animale è compromesso e il proprietario lo destina al macello, fino all’intervento del veterinario Massimo Campagnani, che tenta la rimozione dello zoccolo riuscendo a ricostruire parte dell’arto. La puledra, dimostrando una grande voglia di vivere, inizia il percorso che la rimetterà in piedi.
Ora Stellina cammina grazie ad uno zoccolo artificiale con uno snodo per agevolare il movimento della caviglia, utilizzato insieme ad una calza in silicone che evita il logorio della cute. Questa protesi, in fibra di carbonio, è simile a quelle costruite per l’uomo, che si vedono durante le competizioni sportive riservate ad atleti che hanno subito amputazioni.

LE ZAMPE BIONICHE DI NOEL FITZPATRICK
Quello di Stellina non è un caso isolato. Sempre più proprietari sono infatti disposti a sborsare cifre importanti perché il proprio animale torni a correre.
E’ il caso di Coal, “cane bionico” con un arto da 10.000 sterline. Il cane, al quale era stata amputata una zampa e non avrebbe potuto vivere perché le tre rimanenti non lo sorreggevano: è stato operato nel 2008 presso la clinica del dottor Noel Fitzpatrick a Eashing (quale STATO-PAESE?), il più sofisticato centro privato europeo del settore. Il famoso chirurgo neuro-ortopedico veterinario gli ha impiantato una zampa artificiale creata con una lega particolare che consente l’integrazione di pelle e ossa con il metallo evitando il rigetto.
Coal è solo uno dei “miracoli” del dottor Fitzpatrick: è di giugno 2010 la notizia del suo intervento su Oscar, gatto nero diventato ufficialmente un “gatto bionico”. Oscar, che ha subito l’amputazione di entrambe le zampe posteriori, oggi cammina grazie a due impianti su misura all’interno delle articolazioni delle caviglie. Due trampoli rivestiti di hydroxiapatite, la cui curvatura permette l’integrazione con la pelle evitando le infezioni.

CURIOSITA’ TECNOLOGICHE DAL MONDO ANIMALE
Non sono solo cani, gatti e cavalli a beneficiare di protesi. Motola e Mosha sono due elefanti tailandesi che hanno perso un arto e sono tornati a camminare grazie ad uno artificiale. Ancor più strano il caso di Bullie, la rana toro sudafricana che – prima al mondo – ha beneficiato dell’inserimento di un’asta in metallo nella zampa. Non sono insolite nemmeno le protesi caudali su delfini mutilati o tartarughe d’acqua, altrimenti destinati a perire.
Curiosa, invece, la protesi realizzata nel 2006 per Tahi, uccello kiwi neozelandese, frutto di una cooperazione tra il centro arti artificiali dell’ospedale di Wellington e i tecnici degli effetti speciali de “Il signore degli anelli”, usando la stessa tecnica adottata per creare i calchi dei visi delle star.

© Orthopedika Journal

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