Terapia e prevenzione delle lesioni tendinee grazie all’uso dei fattori di crescita. Intervista al dottor Enrico Sartorello, Direttore della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Bassiano (VI) che dichiara: “In un futuro ormai veramente prossimo, ci aspettiamo grandi cambiamenti nell’ortopedia grazie alle biotecnologie e ai fattori di crescita piastrinici (PRP) per la rigenerazione tessutale”. Traumatologo e rugbista, Sartorello ci racconta l’operazione a Sergio Parisse, capitano della nazionale di Rugby e ci svela l’apporto del PRP per la “ricostruzione fisica dell’atleta”.
A cura di Andrea Cacia
Ci parli dell’intervento a Sergio Parisse, il capitano della nazionale di Rugby. Come lo rimise in piedi?
L’ho operato quando aveva 21 anni; tutti dicevano che avrebbe smesso di giocare e invece è diventato il numero 2 del mondo. Ha avuto bisogno di essere operato a ventun’ anni dopo una partita della nazionale italiana contro la Francia a Roma in cui aveva riportato il distacco dei muscoli ischio-crurali cioè tutti i muscoli posteriori della coscia indispensabili per la corsa. Nessuno aveva il coraggio di operarlo: io ho accettato la sfida. L’ho trattato innestando i fattori di crescita, i primi utilizzabili, ad inizio 2004. Trascorso il suo periodo di riabilitazione, è diventato un giocatore straordinario.
Come avviene la tecnica dell’innesto dei fattori di crescita?
Uso i fattori di crescita liquidi, il PRP in gel. È stato un intervento di tre ore nel quale vengono smontati i glutei per trovare l’inserzione ossea, riagganciare i tendini, forare l’osso, azione tecnicamente molto delicata essendo un’area con presenza di arterie e nervo sciatico. Ogni intervento lo considero, come ogni rugbista una sfida da vincere.
Quali sono i casi da Lei trattati con la tecnica del PRP e quali patologie presentavano?
Oltre al caso di Sergio Parisse, con la mia tecnica ho operato il tendine d’Achille. A De Jager, capitano della Benetton Treviso, ho fatto un trapianto d’osso dal bacino al braccio perché aveva una frattura che non guariva da un anno. Ce ne sono poi altri di sportivi minori ma non cambia l’intervento, così come non cambia il rapporto di fiducia. Sei sempre tu e lo sportivo, due persone che mettono il loro modo di essere insieme per superare il problema.
Non ci sono quindi grandi differenze tra un campione e uno sportivo amatoriale…
Cambia qualcosa solo dal punto di vista dell’immagine: con il campione ti giochi una finale che non puoi permetterti di sbagliare. Per me, però, non c’è differenza nel trauma tra i grandi dello sport e il corridore amatoriale. Consiglio sempre a tutti coloro che praticano sport a qualsiasi livello di ricorrere ad un medico con esperienza in presenza di un trauma o di infiammazioni ripetute.
Come vede il futuro di cura, gestione e prevenzione delle rotture?
Penso sia importante prevenire cioè riuscire a trattare le patologie degenerative o infiammatorie dei tendini prima che queste comportino delle degenerazioni importanti nei tessuti tali da inficiarne la resistenza.
È fondamentale questo, tanto che prima usavamo i fattori di crescita, e li usiamo ancora, nelle rotture per avere una guarigione più sicura ed efficace. Poi li abbiamo cominciati ad usare ben prima che si verificasse la rottura, quando ci accorgevamo di essere in presenza di degenerazioni tendinee.
Facevamo dei tagli nel tendine e poi infiltravamo i fattori di crescita lasciando in fase successiva il tendine a riposo. Ora li stiamo usando anche come semplici infiltrazioni ancora prima che inizi la degenerazione prima sulla rottura poi sul tendine già degenerato da ulteriore rottura; adesso sul tendine sovraccaricato e infiammato per prevenire la degenerazione. Quello che ci stupisce sono i risultati importanti che stiamo ottenendo come nessun altra forma di terapia.
Si sente di consigliare le infiltrazioni di PRP o altro agli sportivi amatoriali che soffrano di patologie tendinee?
Certo. A tutti gli sportivi che si sottopongono a ripetute sollecitazioni, per esempio poco i ciclisti, ma soprattutto i corridori o comunque chi fa sport a piedi, calciatori amatoriali e non.
Il problema è fare una corretta diagnosi, per cui c’è bisogno di vedere lo sportivo, fare degli esami strumentali che confermino la diagnosi clinica o che la approfondiscano, poi decidere una strategia terapeutica efficace. Prima di optare per le soluzioni che tolgano solo il dolore, si può agire con una terapia radicale soprattutto ai tendini tipo la rivascolarizzazione, tecnica che si attua attraverso le infiltrazioni dei fattori di crescita.
A che età si può fare questa terapia?
Con il progredire dell’età i tendini si irrigidiscono, quindi il carico, parlo soprattutto per coloro che praticano sport ripetitivi (i maratoneti, i tennisti, ecc.), rischia di far soffrire e degenerare i tendini. Normalmente l’età critica da considerare è nella fascia dai 30 ai 50 anni: è l’età in cui i muscoli hanno ancora un buon funzionamento, i tendini cominciano a perdere l’elasticità e sopraggiunge il problema infiammatorio e degenerativo.
Esistono tendinopatie che non rispondano all’uso dei fattori di crescita?
No, generalmente i fattori di crescita aiutano a ricostituire il tessuto. ll problema delle tendinosi è il problema degenerativo e se noi favoriamo la ricostruzione di un tessuto possiamo solo averne benefici.
Come vede il futuro dei fattori di crescita in Italia nella sua professione?
Mentre la chirurgia è arrivata ormai a grossi sviluppi di tecniche e materiali e il miglioramento è possibile soltanto nei dettagli, certamente invece ci aspettiamo di avere dei cambiamenti radicali nella biologia grazie proprio alle biotecnologie.
Enrico Sartorello, conosciuto dagli addetti ai lavori come l’intenditore di tendini, medico del Benetton Basket, è Direttore della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Bassiano. É il punto di riferimento dei più grandi campioni del mondo dello Sport di oggi e di ieri, dalla pattinatrice di velocità Chiara Simionato alla regina dello sci Deborah Compagnoni. Lo stesso campione olimpionico di pattinaggio corsa sul ghiaccio Enrico Fabris, gli ha dedicato il primato mondiale di Salt Lake City, come ringraziamento per averlo aiutato a superare i problemi di schiena insorti all’apice della sua carriera agonistica.
Allievo del prof. Gerard Saillant, luminare della chirurgia ortopedica e traumatologica noto al pubblico per avere operato il calciatore ex Inter e Milan Ronaldo, Sartorello è ex rugbista della Benetton Rugby, vincitore di uno scudetto nel Torneo Nazionale di serie A nel 1979, ama le sfide anche in chirurgia riportando a grandi livelli atleti arrivati in condizioni disperate e instaurando con loro un rapporto di massima fiducia.
Se vuoi inviargli le tue domande scrivi a redazione@orthopedika.it
Laura Pozzi
Argomento interessante. Dove posso trovare maggiori informazioni?
Robi
Se cerchi Alan Mishra su internet ti compariranno tante pubblicazioni (in inglese) sul trattamento dei tendini con PRP.
Se sei comoda e hai un vero problema puoi rivolgerti al Dr Agueci di Conegliano (TV). Sarà lieto di esaminare il Tuo caso.
Laura Pozzi
Grazie infinite!